MILANO — A San Siro non si è visto un golletto, nemmeno per sbaglio. Non lo ha praticamente cercato l’Inter, che non lo trova da 4 partite e mezza: si è accontentata dello 0-0, anche se era la penultima volta della regola del gol in trasferta che vale doppio. Lo ha inseguito con parsimonia il Milan: ci riproverà tra 50 giorni, magari per guadagnarsi la finale di Coppa Italia grazie alla suddetta regola. In compenso, di sbagli veri, se ne sono visti parecchi. La cosa più emozionante dello scialbo derby milanese, semifinale di andata, è stata il prepartita: un ininterrotto messaggio di pace con l’appello finale dell’ex campione milanista Shevchenko, simbolo dell’Ucraina, dal maxischermo dello stadio. Poi, per l’intero primo tempo con la parziale eccezione di due consecutive fiammate milaniste intorno al minuto 10, le squadre hanno inscenato una gara di passaggi sbagliati: si sono perfino contati cinque palloni regalati reciprocamente nella stessa azione. Così, per prudenza, per tensione o forse semplicemente per paura più o meno inconscia di perdere, l’esito della semifinale è demandato al ritorno del 20 aprile.
L’Inter non segna da più di quattro partite
Per edulcorare il concetto, la si può definire una partita tattica. Può avere pesato la fresca esperienza del derby di campionato dello scorso 5 febbraio, istruttivo per entrambe. La cicalesca Inter aveva sperperato nel quarto d’ora finale il vantaggio del gol di Perisic, mentre il Milan aveva sì rimontato e vinto con la doppietta di Giroud, però prima aveva subito per quasi un’ora l’altrui dominio tattico. Dura da allora il sortilegio per i discepoli di Simone Inzaghi, tra Champions e campionato, e in fondo è proseguito, malgrado ci fossero tutti i titolari.


Milan, Leao non concretizza
Non è che quelli di Pioli, sprovvisto di Ibrahimovic e Tonali, nel frattempo siano andati molto più veloci, ma stavolta hanno almeno esibito un pressing piuttosto feroce, con Krunic incollato a Brozovic e Saelemaekers bracconiere fino ai dintorni di Handanovic, che gli ha presto parato un assalto ed è poi scampato a una percussione frontale di Hernandez: il percussore si è ritrovato il pallone sul piede sbagliato, il destro, e ha scialacquato di conseguenza. Gli altri sperperi portano la firma di Leao, regale solo nel liberarsi dei marcatori, e di Krunic, timido nella girata sull’assist di Saelemaekers.


L’infortunio di Romagnoli
Gli spenti attacchi interisti sono invece naufragati contro lo scoglio ben noto: l’inoffensività di Dzeko e Lautaro, pesante nelle movenze e marginale nel gioco. Tomori e Romagnoli li stavano cancellando senza fatica, quando il capitano, per allontanare in stacco di testa l’unico cross minaccioso, si è infortunato: lo ha rimpiazzato Kalulu.
Milan-Inter, maglie con la bandiera dell’Ucraina per il riscaldamento dei rossoneri
Tante bandiere gialle e azzurre dell’Ucraina, striscioni e maglie per la pace. Prima del derby Milan-Inter, semifinale d’andata di Coppa Italia, San Siro ha manifestato vicinanza al popolo ucraino e ha ribadito il proprio no alla guerra. I rossoneri, padroni di casa, hanno effettuato il riscaldamento con una maglia bianca con al centro la bandiera del Paese invaso dalla Russia. Sul maxischermo è stato poi proiettato il messaggio di pace dell’ex campione ucraino del Milan Andryi Shevchenko.
Si rivedono Correa e Gosens
Né la ripresa ha smosso il copione, a parte una respinta di Handanovic su Leao. Gli allenatori ne hanno preso atto. Inzaghi, che con Gosens e Correa aveva una panchina più fornita delle ultime, assai scarne, ha messo fine alla grigia serata di Lautaro (dentro Sanchez) e ha rimpiazzato lo stanco Barella con Vidal. Pioli ha praticato alle spalle di Giroud un cambio di linea hockeistico sulla trequarti, con Messias, Diaz e Rebic per Saelemaekers, Krunic e Leao. Gli estremi rimescolamenti, con l’esordio del circospetto Gosens, non hanno certo riacceso il derby. Le duellanti si ritroveranno in primavera: adesso hanno altre priorità. Per il Milan, atteso domenica dalla fondamentale trasferta di Napoli, è lo scudetto. Per l’Inter, che tra sei giorni giocherà a Liverpool, è anche il tentativo di impresa in Champions: impervia, a giudicare dalla coppa minore.
Il tabellino
MILAN-INTER 0-0
Milan (4-2-3-1) Maignan – Florenzi (39′ st Calabria), Tomori, Romagnoli (26′ pt Kalulu), Hernandez – Kessie, Bennacer – Saelemaekers (22′ st Messias), Krunic (22′ st Diaz), Leao (22′ st Rebic) – Giroud. All. Pioli
Inter (3-5-2) Handanovic – Skriniar, De Vrij, Bastoni – Dumfries (43′ st Darmian), Barella (20′ st Vidal), Brozovic, Calhanoglu, Perisic (43′ st Gosens) – Dzeko, Lautaro (20′ st Sanchez). All. Inzaghi
Arbitro: Mariani.
Note: ammoniti Brozovic, Lautaro. Spettatori 53.881. Incasso 3.358.090 euro.